Le lobby e la vitalità della democrazia

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"Sono stato studente in LUISS quasi vent'anni fa: frequentavo Giurisprudenza a via Parenzo. Tornarci da docente è stata ed è una grande emozione e un onore". Pier Luigi Petrillo oggi è Professore Associato di Diritto comparato e Consigliere giuridico per il Semestre Europeo, l'Expo e l'UNESCO nel Ministero dell'Ambiente, ma non dimentica la sua esperienza alla LUISS, dove ha iniziato come studente e dove poi è diventato docente di Teorie e Tecniche del Lobbying presso il Dipartimento di Scienze Politiche.

Pier Luigi PetrilloIn quanto esperto del rapporto tra pubblica amministrazione e gruppi di pressione, Petrillo sostiene che "in tutte le democrazie l'attività di lobbying è considerata un elemento essenziale del processo decisionale. La presenza di cittadini, associazioni, società che si organizzano per cercare di influenzare il decisore pubblico al fine di ottenere un vantaggio, è ciò che dimostra la vitalità della democrazia, la sua essenza pluralista". In Italia, tuttavia, c'è ancora un forte pregiudizio riguardo questo ruolo, in ampia parte dovuto all'assenza di regole che impongono una reale trasparenza sui processi di lobbying. "O meglio - come spiega il docente - le regole ci sono, ma il Legislatore fa di tutto per non rispettarle".

La situazione è simile a quella di un paziente che "dichiara di voler fare una cosa e poi fa l'opposto" e che per questo ha bisogno di una cura. "Quando analizzo la regolamentazione italiana del fenomeno lobbistico, parlo di regolamentazione strisciante ad andamento schizofrenico. Significa che ci sono già molte norme in materia di trasparenza del processo decisionale, ma queste norme vengono disapplicate dagli stessi soggetti che le hanno approvate (Governo, Parlamento, regioni ecc.)".

A proposito del suo percorso professionale di supporto alle istituzioni pubbliche, Petrillo ricorda con particolare affetto la Professoressa Carmela Decaro, docente LUISS di Diritto Pubblico Comparato. "La conobbi quando ricopriva l'incarico di vice segretario generale della Presidenza della Repubblica. Mi chiese di collaborare con lei al Quirinale. E in quel periodo ho imparato un metodo di lavoro che è risultato fondamentale per tutti gli incarichi successivi. Senza dubbio devo tutto a lei".

Un metodo che gli è servito anche per "leggere" i suoi altri due grandi interessi, la cultura e l'ambiente, e per apprendere come seguire percorsi lunghi e complessi come le task force per l'UNESCO, che ha guidato prima al Ministero dell'Agricoltura, poi al Ministero della Cultura e ora al Ministero dell'Ambiente. "L'UNESCO è regolata da convenzioni, protocolli e programmi internazionali. Quando un paese vuole candidare un sito o un patrimonio immateriale nelle prestigiose Liste del Patrimonio culturale materiale e immateriale dell'UNESCO deve attenersi scrupolosamente a quelle regole e avviare un processo di riflessione, di studio, di ricerca e, ovviamente, di mediazione che dura, mediamente, 6-7 anni per ciascuna candidatura".

E ora che il suo compito è divulgare tutto quello che ha imparato, ogni volta che torna alla LUISS per stare dall'altra parte delle aule, Petrillo si paragona ai suoi vecchi docenti. "Al primo giorno di lezione, mi chiedo come saranno gli studenti, come reagiranno alle mie suggestioni, se saprò coinvolgerli e trasmettergli informazioni che non avevano, utili per la loro professione futura. Da studente apprezzavo questo genere di professori e non dimenticherò mai le lezioni di Diritto costituzionale del Professor Panunzio o di Dottrina dello Stato dei Professori Galizia e Frosini o di Diritto commerciale del Professor Mosco: docenti che hanno saputo trasmettermi molto e che cerco di imitare".

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<p>Pier Luigi Petrillo, <span>esperto del&nbsp;</span><span>rapporto tra pubblica amministrazione e gruppi di pressione,</span> racconta il suo percorso da studente a docente alla LUISS</p>
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