Le sfide per l’alta formazione nel post-pandemia in "Reinventing Higher education"

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Le sfide per l’alta formazione nel post-pandemia
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Digitalizzazione ed innovazione per una didattica più sostenibile, ma anche maggiore connessione con gli ecosistemi delle imprese e delle istituzioni per costruire l’alta formazione del futuro. Sono queste le traiettorie per l’Università post-pandemia emerse dalla XII edizione di Reinventing Higher Education (RHE), conferenza annuale organizzata quest’anno dalla Luiss Guido Carli e IE University di Madrid che, tra lunedì 15 e martedì 16 novembre, ha chiamato a raccolta oltre 35 esperti e autorevoli rappresentanti del mondo accademico, dei media e del settore pubblico e privato da più di 25 Paesi.

Dal suo lancio nel 2010, il forum internazionale RHE vuole essere una piattaforma attraverso cui esponenti dell’Education possano riflettere sullo stato della didattica e della ricerca a livello internazionale, confrontarsi sulle innovazioni e trasformazioni dei modelli di insegnamento rispetto alle esigenze di un mondo del lavoro in continua evoluzione.

In apertura dell’edizione 2021, il Rettore della Luiss Andrea Prencipe e il Presidente dell’IE University di Madrid Santiago Iñiguez hanno introdotto le macro-trasformazioni della "nuova normalità" post-Covid per il mondo dell’Education, mentre il Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ha ricordato come inclusione, formazione permanente, competenze, equità e digitalizzazione rappresentino le cinque priorità imprescindibili per lo sviluppo della cooperazione interuniversitaria europea.

A farle eco, la Presidente del Fondo Nazionale per l'Innovazione-CDP Venture Capital Francesca Bria e l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel Francesco Starace che, moderati da Andrew Jack, Global Education Editor del Financial Times, hanno sottolineato come la sfida per le società di oggi sia quella di integrare le traiettorie di Accademia, istituzioni e mondo imprenditoriale per rispondere alle trasformazioni di un mondo del lavoro in costante evoluzione, sempre più basato su logiche e modelli di collaborazione.

Durante la pandemia abbiamo frequentato un corso accelerato di futuro” ha dichiarato Andrea Prencipe Rettore della Luiss, che ha aggiunto “Come Università, siamo convinti che, per gestire crisi impreviste e sfide inaspettate che l’èra post-Covid ci presenterà, gli studenti debbano acquisire nuove competenze, anche attraverso l’integrazione dei saperi ed un approccio multidisciplinare.  Questa conferenza, pertanto, ci offre una grande opportunità, coinvolgendo accademici, leader istituzionali e del mondo aziendale per riflettere insieme su processi formativi innovativi ed una didattica enquiry based, per stimolare gli studenti alla risoluzione di problemi reali.”

Nella sua dodicesima edizione, la conferenza “Reinventing Higher Education” è diventata una faro verso il futuro, per accademici, aziende e rappresentanti istituzionali, per discutere modalità di collaborazione, confronto e analisi dai quali poter imparare l’uno dall’altro, e, in particolare, piantare i semi dell’insegnamento e dell’innovazione che determineranno un impatto sulla società del futuro” ha affermato Santiago Iñiguez, Presidente della IE University, che ha aggiunto: “Senza dubbio negli ultimi due anni il mondo è cambiato drammaticamente e per questo l’alta formazione continuerà ad evolversi e a giocare un ruolo strategico nel rafforzare il mindset e l’approccio al pensiero critico anche di manager e imprenditori, creando nuove opportunità di sviluppo e crescita. Nella nostra Università, per esempio, puntiamo a lasciare spazio– sia a livello istituzionale sia accademico – all’innovazione per favorire l’arricchimento del processo di insegnamento”.

La prima giornata ha visto, poi, il dibattito tra rappresentanti accademici provenienti da oltre 20 paesi, dalla Russia all’Inghilterra fino al Qatar, sulle nuove catene della formazione, sempre più orientate verso una internazionalizzazione di prossimità, e sulla importanza di una “diplomazia della cultura” capace di costruire ponti di dialogo e interscambio tra Paesi. Ad intervenire, nel panel “Setting the pace for universities in the new global landscape”, moderato da Anne McElvoy, Senior Editor di The Economist, anche il prof. Raffaele Marchetti, Prorettore per l’internazionalizzazione della Luiss.

La seconda giornata dei lavori si è aperta con la presentazione dello studio “Future of Universities 2030 and NextGeneration EU’s Impact”. Questa ricerca, cui hanno preso parte un campione di università tra cui l’American University of Beirut, la British Columbia, la University di Edinburgo, il King’s College e la IE di Madrid, ha evidenziato la preferenza degli studenti per le lezioni in presenza, anche se il 62% è convinto che le lezioni ibride saranno mantenute.

L’importanza della formazione come strumento di crescita continua e come leva di inclusione sociale, cosmopolitismo culturale e di sostenibilità sono state le tematiche al centro della Lectio Magistralis di Ilham Kadri, CEO di Solvay, colosso del settore chimico e leader nei processi di economia circolare – che, nel pomeriggio, ha tracciato una nuova visione di sviluppo che considera la formazione – anche nelle materie scientifico-tecnologiche - un driver chiave per lo scenario internazionale post-pandemico.

Rettori da Atenei di tutto il mondo (dall’Argentina all’Austria, dal Cile fino al Presidente della Renmin University di Pechino, Cina) hanno dunque condiviso con esponenti dei principali ranking universitari internazionali - tra cui anche Nunzio Quacquarelli CEO e fondatore di QS - Quacquarelli Symonds - le rispettive strategie di integrazione dei Sustainable Development Goals (SDGs) all’interno dei syllabus didattici e delle attività di ricerca. Obiettivo: guidare e orientare la produzione di conoscenza al servizio di società nuove, sempre più internazionali, aperte ed inclusive.

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Esperti da 25 Paesi a Roma per l’edizione 2021 di “Reinventing Higher Education”
ospitati dalla Luiss Guido Carli e dall’IE University di Madrid
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