VolontariaMENTE è un progetto unico, che mette gli studenti in contatto con realtà molto diverse da quella a cui sono soliti approcciarsi, permettendo loro di sfidarsi e crescere come essere umani.
Tra i partner dell'iniziativa c'è anche l'associazione Made in Carcere, che ha lo scopo di diffondere la filosofia della "Seconda Opportunità" per le Donne Detenute e della "Doppia vita" per i tessuti. Il marchio Made in Carcere nasce nel 2007 attivo nella produzione di manufatti "diversa(mente) utili": borse, accessori, originali e tutti colorati. Un messaggio di speranza, di concretezza e solidarietà, ma anche di libertà e rispetto per l'ambiente.
Gli studenti volontari supportano la funzione commerciale e di comunicazione e, inoltre, sono coinvolti nell'assistenza alla produzione e taglio dei tessuti. Ogni studente ha un proprio progetto:
- Giulia Tedone - "Io mi affido a te"
Il progetto ha lo scopo di inserire attività di pet-therapy all’interno delle carceri, con relativa produzione di prodotti coordinati, sia per gli animali che per coloro i quali a cui saranno affidati.
Avere un animale porta a valorizzare sentimenti come l’amore e l’affetto, insegnando ad esprimerli poi anche nei confronti degli esseri umani. Favorire l’integrazione di attività assistite da animali, coinvolgendo detenuti, eventualmente insieme a familiari, negli istituti penitenziari, può contribuire in maniera attiva alla rieducazione. In aggiunta, com’è noto, gli animali danno la possibilità di portare un contributo a livello emotivo, migliorando il morale di coloro spesso sottoposti ad un grande stress psicologico. Gli animali sono infatti l’antidoto alla solitudine, danno la possibilità di accrescere l’autostima, acuiscono il senso di responsabilità, influiscono sulla modulazione delle emozioni e creano un ponte con la realtà esterna. Infine, il progetto prevede la creazione di una linea di prodotti sia per i padroni che per i rispettivi animali. Tutto ciò diviene un punto di contatto tra la realtà esterna, di tutti coloro i quali amano gli animali, e la realtà complessa delle carceri, permettendo anche di apprendere un modello economico funzionale all’iniziativa, che crei opportunità sociali, economiche e lavorative.
Inizialmente è previsto un incontro tra detenuti e animali. Durante le ore di libertà ogni detenuto avrebbe la possibilità di relazionarsi ad un animale e, grazie all’aiuto di esperti e volontari, potrebbe imparare come gestire, addestrare ed educare un “amico a quattro zampe”, favorendo la nascita di un legame affettivo e imparando nuove skills da poter sfruttare una volta fuori.
Accanto a ciò è altresì prevista la creazione di una linea di prodotti da far realizzare alle detenute, che intensifichi il rapporto uomo-animale e che copra un fatturato di 2,5 mlrd . Per questo motivo si intende lanciare gadget (collari, sciarpine con triangolo, impermeabili, vestiti da indossare, rivestimento per cuscinone/cuccia, copertine per auto, trasportino) per cani/gatti coordinati con accessori per i loro padroni (borse, bag porta oggetti, bracciali, catenine porta occhiali, copri-volante). Di conseguenza si sfrutterebbe la tecnica del bundling, ovvero il processo secondo cui avviene la vendita insieme di due o più beni distinti in un’unica volta.
- Francesca D’Apolito - "A Nudo"
"A Nudo" nasce per restituire la parola alla donna, soggetta all’ideale di bellezza impostato dalla società. L’esternazione dell’amore per il proprio corpo, che inizia guardandosi allo specchio, continua nel relazionarsi con altre donne senza manifestare critiche sull’apparenza, e finisce con l’empowerment femminile di cui la sfera femminile ha un insaziabile bisogno. Favorire la collaborazione e non la competizione costante, evitando il paragone con altri corpi che per natura sono diversi, ma comunque tutti perfettamente imperfetti.
Quant’è difficile mettersi a nudo? Quando la società ci presenta standard di perfezione femminile, che sembrano irraggiungibili. Quando i social ci bombardano di immagini di corpi che definiscono un modello da seguire. Quando siamo diverse dallo standard societario e ci dicono che non siamo belle se ce ne discostiamo. La promozione dell’idea di bellezza non conosce limiti, perché si estende alle donne con troppe o troppe poche forme, raggiungendo anche le donne in terapia farmacologica, affette da leucoderma e con disabilità fisiche. La valorizzazione del corpo della donna vede nella sua unicità un elemento di benessere che parte dall’intimo, tramite un processo di self-love e self-care.
Il progetto prevede la creazione di una linea di intimo sensuale da accorpare a Second Chance.
- Agnese Fazzi - "Noi siamo ciò che mangiamo: corpo e psiche interconnessi"
Lo scopo è quello di far riflettere i detenuti sulla possibilità di concedersi uno spazio di dignità, di nutrizione e di benessere. Sarà così possibile stimolare la creatività e il bagaglio culturale dei detenuti. La rivoluzione parte dal corpo.
Il progetto si basa sulla “teoria degli alimenti” proposta per la prima volta dal filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, secondo cui ‘i cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello; dunque in materia di pensieri e sentimenti.’ Questa teoria valorizza il binomio corpo-mente, dimostrando la stretta interdipendenza tra le due realtà che convivono in noi. L’alimentazione è il fondamento della cultura e del sentimento. Il benessere corporale influenza necessariamente anche quello mentale, determinando le nostre attitudini, le nostre emozioni e i nostri pensieri. Scegliere gli alimenti è di fondamentale importanza e noi, anche se non ce ne rendiamo conto, prendiamo quotidianamente decisioni impercettibili che in realtà finiscono per influenzare la nostra salute e serenità: decisioni che, nella loro impercettibilità, sono una rappresentazione della nostra autonomia e libertà.
Libertà che è assai limitata nel contesto delle carceri. Infatti, non tutti sanno che i quasi 65 mila reclusi nelle carceri italiane mangiano tre volte al giorno (colazione, pranzo e cena) e il cibo viene preparato nella cucina centrale dell’Istituto e portato nelle singole stanze tramite i ‘carrelli porta-vitto’.
L’educazione alimentare verrà sviluppata dal progetto tramite una raccolta di libri specifici sul tema dell’importanza del cibo e dei loro effetti sul nostro corpo, da donare e inserire all’interno della libreria delle carceri in modo che chiunque possa usufruirne. L’attività sarà seguita dall’aiuto di filosofi e nutrizionisti che individueranno i testi adatti allo scopo.
- Lorenzo Peraino - "Un carcere più fresco"
L'obiettivo del progetto è portare ad una effettiva redenzione e rieducazione dei soggetti carcerati, affinché arrivino a condurre uno stile di vita retto, onesto e sano nel momento in cui verranno scarcerati.
Promuovere la formazione ed il merito fra i detenuti, in modo tale da avere dei piccoli vantaggi nella vita di tutti i giorni, come la possibilità di disporre di un frigorifero. Il regime carcerario è caratterizzato da una serie di privazioni che marcano la differenza con la vita libera e normale che si tiene al di fuori di esso; un tipo di privazione è, ad esempio, l’assenza di frigorifero all’interno delle sezioni. Un oggetto che appare normale fuori è un privilegio raro all’intento delle carceri. Il progetto parte dalla volontà di rendere le carceri una realtà volta realmente alla rieducazione piuttosto che alla punizione. I detenuti che non ricevono un'adeguata rieducazione tramite il lavoro, sono gli stessi che percepiscono il carcere soltanto come una punizione, covando rancore, e tornando a delinquere una volta usciti. Visitando una realtà come il carcere di Lecce è stato possibile rendersi conto delle effettive privazione a cui sono sottoposti i detenuti, anche relativamente ad oggetti banali che appartengono alla nostra quotidianità, come per l’appunto i frigoriferi. L’idea del progetto è proprio volta a dare la possibilità ai detenuti meritevoli, che dimostrano di esserlo durante il percorso rieducativo e tramite il loro lavoro, di disporre di piccoli frigoriferi all’interno delle celle, non ad energia elettrica, ma solare, dando loro la possibilità di conservare cibi e bevande, consegnando loro un oggetto che all’interno di quella realtà è considerato un lusso.
Il progetto si propone di raccogliere fondi per l’acquisizione di frigoriferi/borse frigo ad energia solare.
- Nicoletta Tellone - "Una cassetta sociale"
L’obiettivo è di rendere più accessibile la possibilità di fare del bene e dare una seconda opportunità, pianificando progetti di collaborazione. Dall’attuazione di idee di questo tipo è possibile godere di benefici tangibili, quali la realizzazione di laboratori, e benefici intangibili sotto forma di valore e benessere sociale. Con la realizzazione di una piattaforma di knowledge management, innovativa e adeguatamente strutturata, ci poniamo come obiettivo quello di massimizzare la diffusione di queste formule di cooperazione e speriamo che il maggior numero di volontari utilizzi il nostro lavoro come “linea guida”, replicando e cercando di fare sempre del bene. Per la realizzazione di tale piattaforma sarà necessaria un’analisi tecnica di capital budgeting e la collaborazione con tecnici IT con i quali programmeremo la struttura e l’organizzazione di tale strumento. Una macro suddivisione degli input potrebbe essere relativa alla natura dei dati, qualitativa e quantitativa, per poi procedere con l’ordine metodologico, quindi: introduzione, fondamenti e realizzazione di un’impresa sociale e la successiva specifica di strumenti operativi. In corrispondenza di ogni macro area si specificheranno ulteriori categorie per rendere più immediata possibile la ricerca e la selezione delle informazioni.
La cultura necessaria per l’implementazione del progetto “Cassetta sociale” è basata sulla condivisione della conoscenza, la crescita e la convinzione secondo cui il capitale intellettuale deve essere trasmesso e non tenuto nascosto. Made in Carcere con la pubblicazione e la successiva diffusione della cosiddetta “Cassetta degli attrezzi” potrebbe fornire a tutte le cooperative interessate gli strumenti e i dati necessari per l’inizio di un’attività di collaborazione con gli istituti penitenziari. Per ampliare la portata informativa di tale documento si propone la digitalizzazione dello stesso con la costruzione di una piattaforma online. La condivisione della conoscenza e dell’esperienza permetterà di avere accesso ad informazioni e risorse rilevanti e ridurrà la probabilità di commettere gli stessi errori e di affrontare gli stessi ostacoli.