Il vantaggio strutturale del centrodestra confermato dal ruolo di primo partito di Fratelli d’Italia (al 23%); la Lega per la prima volta sotto le due cifre (9,6%), con Forza Italia all’8%; il Partito Democratico “stabile” al 21,4%, il mancato decollo del “Terzo Polo” (Azione-Italia Viva) al 5,3%, ma soprattutto un Movimento Cinque Stelle (al 16,6%) in ascesa. Sono queste le principali evidenze di un’analisi esclusiva sulle intenzioni di voto in vista delle Elezioni Politiche di domenica 25 settembre, a cura del Centro Italiano per gli Studi Elettorali (CISE) della Luiss Guido Carli, diretto dal prof. Lorenzo De Sio e fondato dal prof. Roberto D’Alimonte.
L’indagine campionaria, che contribuisce al progetto internazionale “The Issue Competition Comparative Project” (ICCP - nato e coordinato dallo stesso CISE) sulla competizione politica nel mondo occidentale, è stata eseguita con metodologia CAWI (con questionari web) su un campione rappresentativo della popolazione elettorale, da mercoledì 31 agosto fino a lunedì 5 settembre.
Dall’analisi del Luiss CISE, la vittoria del centrodestra non appare in discussione: la coalizione Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia-Noi Moderati totalizza infatti circa il 42% delle intenzioni di voto, contro il 31% del centrosinistra. Con FdI al 23% e il 21,4% del PD, il ruolo di primo partito di FdI appare confermato, mentre le altre liste della coalizione di centrodestra vedono percentuali in calo per la Lega (9,6%), con Forza Italia all’8% e Noi Moderati sotto l’1%.
All’interno del centrosinistra, invece, il rilevamento mostra una stima particolarmente positiva per l’alleanza Verdi-Sinistra (5,9%), mentre Più Europa (al 2,3%) e Impegno Civico (1,4%), non superano la soglia di sbarramento del 3%. Secondo le stime del Luiss CISE, il M5S si spinge sorprendentemente fino al 16,6%; mentre la stima per Azione-Italia Viva si ferma al 5,3%. ItalExit è confermato sopra la soglia di sbarramento al 3,6%. A questi dati, il Luiss CISE affianca, inoltre, un’ulteriore analisi approfondita che mostra le diverse domande politiche espresse dagli elettorati dai vari partiti, e di come sono soddisfatte (o meno) dall’offerta politica. Un risultato importante è che la maggior parte dei partiti appare caratterizzata su temi culturali (UE, diritti civili, ambiente) mentre solo il M5S appare ben centrato sui temi economici.
In sintesi, l’attuale vantaggio del centrodestra è diretta conseguenza della strategia di presentarsi con un’ampia coalizione, dando un messaggio di certezza su una maggioranza in grado di governare agilmente il Paese. In secondo luogo, l’alleanza FdI-Lega-FI presenta un’offerta ben caratterizzata, che permette a una parte importante della società italiana di riconoscere in modo chiaro la difesa dei propri valori ed interessi. Invece, la scelta di legarsi alla c.d. “agenda Draghi”, prefigurando un possibile ritorno di Mario Draghi a Palazzo Chigi, ha aggiunto ulteriore incertezza alla proposta del centrosinistra, sia perché il premier uscente non ha mai dato esplicitamente alcuna disponibilità a tornare al governo, sia perchè il richiamo al suo Esecutivo configura inevitabilmente uno sguardo rivolto al passato.
In questo senso, la scelta del M5S – seguita anche dal centrodestra - di rompere con il terzo esecutivo della XVIII legislatura, potrebbe essere considerata come una “intuizione” politica dettata dalla necessità di staccarsi dall’esperienza di un modello considerato “tecnocratico-ecumenico”, per permettere agli elettori di tornare a identificarsi con la rappresentanza di valori e interessi ben definiti.
“Un risultato elettorale in linea con queste interpretazioni configurerebbe una sorta di “effetto Churchill” dichiara Lorenzo De Sio, Direttore del Luiss CISE, proseguendo: “La vittoria contro la Germania nazista non venne riconosciuta dagli elettori al grande leader britannico che subì invece una cocente sconfitta a favore del governo laburista guidato da Clement Attlee. Un episodio, da ricordare, che insegna come la competizione elettorale si giochi non sul passato, ma sempre sul futuro”.
Un possibile “effetto Churchill” sul voto del 25 settembre?
Le intenzioni di voto elaborate da Luiss CISE – ICCP
(Centro Italiano di Studi Elettorali- The Issue Competition Comparative Project)