Al secondo anno di Scienze Politiche, Elisabetta D’Amico è la studentessa LUISS che il 6 maggio 2016 salirà sul palco del TEDxLUISS insieme ad altri 13 speaker da tutto il mondo.
Il 7 aprile 2016 Elisabetta ha vinto la finale dello student-speaker contest al LUISS Language Cafè: "Non immaginavo né di arrivare in finale né di vincere. Ho mandato il video dopo aver fatto un esame, quasi per caso, soprattutto per diffondere un messaggio che mi sta molto a cuore, a prescindere dalla vittoria e dall’esito che avrebbe avuto".
Durante il liceo, Elisabetta ha passato un anno in Cina con il progetto Intercultura: "È stata finora l’esperienza più significativa della mia vita. Mi ha sicuramente spinto a scegliere questo corso di studi e mi anche ha dato la forza di buttarmi in questa esperienza". Il messaggio che ha presentato al contest e di cui parlerà sul palco del TEDxLUISS, infatti, è stato ispirato anche dal periodo vissuto in Cina: "La mia idea di (r)evolution, secondo il tema della conferenza di quest’anno, è quella di investire sul capitale sociale e sulla felicità, invertendo la tendenza secondo cui i beni materiali sono l’unica misura del benessere di una nazione".
Opporre il GNH (Gross National Happiness) al GDP (Gross Domestic Product, ovvero il PIL, prodotto interno lordo) è una teoria economica sulla quale ci sono stati molti studi, "a partire dalle Nazioni Unite nel 2011 che hanno posizionato la felicità nell’agenda globale" spiega Elisabetta: "La Danimarca ha investito un milione di dollari in uno studio sull’impatto del capitale sociale, e nel 2008 la Francia ha finanziato una ricerca di Joseph Stiglitz, Amartya Sen e Jean Paul Fitoussi sullo stesso tema. So che la parola felicità può risultare quasi banale, ma l’idea che il PIL non misuri il benessere reale di un Paese è da anni una questione molto discussa: in realtà, stiamo assistendo a una sempre più forte ineguaglianza. Il potere e il capitale sono sempre più concentrati nelle mani di poche persone e questo non è una variabile misurata dal PIL.”
Un esempio è proprio la Cina: "È uno degli stati emergenti e il suo PIL nel 2014 ha addirittura superato gli Stati Uniti, eppure il benessere non è così sentito: la vita del Paese è così volta alla crescita economica che questa tendenza sta distruggendo la sua umanità e la sua cultura”.
Elisabetta racconta che questo "non è un argomento visto di buon occhio, anzi tende a essere banalizzato, e lo dirò anche nel mio speech. Ci sono sicuramente dei lati controversi in questa idea, ma voglio riuscire a trasmetterla nel miglior modo possibile, insieme a valori positivi e interculturali: è qualcosa in cui credo veramente e voglio portarla avanti a prescindere da tutto".
In questi ultimi giorni Elisabetta si sta preparando all'evento: "Ho letto molto e ho selezionato quello che potevo inserire nello speech anche per renderlo più personale e di impatto, nel tempo limitato che ho a disposizione, per far capire che la mia non è una scelta casuale. È grandioso che l’università ospiti un evento come questo organizzato da studenti, soprattutto perché i TED Talk sono una costante fonte di ispirazione per chiunque: fa onore a loro e all'Ateneo che ha il piacere di averli".
L'anno prossimo Elisabetta ripartirà per la Cina grazie allo scambio bilaterale con The University of Nottingham Ningbo: "È un Paese che non puoi comprendere a pieno solo in un anno. Io l’ho vissuto la studentessa del liceo ed ero curiosa di vedere com’è la vita universitaria, di riprendere la mia conoscenza del cinese e di sapere come mi sarei trovata adesso, tre anni dopo. Sarà un’esperienza diversa anche perché quando sono partita la prima volta la mia famiglia ospitante abitava in un paese del remoto nord al confine con la Russia, invece l’anno prossimo sarò al sud: sono come due emisferi diversi, li separano quasi 24 ore di viaggio, e le differenze saranno moltissime".